Regia di Wim Wenders un film con Bruno Ganz, Peter Falk, Nastassja Kinski, Horst Buchholz, Solveig Titolo originale: In weiter Ferne, so nah!. Titolo internazionale: Faraway, So Close!. Genere Fantasy, Drammatico, – Germania, 1993,
A Berlino ci sono due angeli, Cassel e Raffaela (Sander e Kinski), pieni di buone intenzioni nei confronti degli umani. Vorrebbero aiutarli, alleviare le loro sofferenze. Gli altri personaggi sono: un pizzaiolo che canta Funiculì Funiculà (Ganz), il vecchio autista di un gerarca nazista, un gangster americano che vende armi e pornografia (Bucholz), due bambine molto sensibili, un gruppo di acrobati, un investigatore privato troppo contorto (Vogler), un altro angelo “nero” e cinico che forse rappresenta il destino (Dafoe), Peter Falk e Lou Reed che fanno se stessi. Cassel compie un’azione anomala e si trova a essere un umano, e da quel momento comincia a non capirsi. Gli piace bere, gli piacciono i soldi, insomma va alla deriva. Certo, gli uomini sono strani e hanno smarrito il senso di tutto, del bene e del male. Il senso generale della vita. Alla fine, grazie a un ultimo eroismo, Cassel ritorna angelo e ha molti elementi in più per fare il custode.
È un film ingiudicabile. Se si ama Wenders l’unica scelta è un atto di fede. Per chi è indifferente ai temi del regista valgono certi episodi di straordinaria creatività, emozione e intelligenza. Intelligenza tutta tedesca.
Wenders afferma continuamente la sua radice artistica che, non dimentichiamolo, è forse la più profonda, incidente e imponente del Novecento. Non può dunque mancare un richiamo al nazismo, all’espressionismo (suggestiva la citazione dell’Urlo di Munch) e alla comunicazione diretta di una certa letteratura (e inoltre arte figurativa, teatro e cinema) che affrontava i temi per rappresentarli, ma soprattutto per risolverli.
Con quell’inconfondibile chiave dolorosa e romantica. È una sorta di antropologico ritorno ingenuo. L’angelo dice: “Non siamo il messaggio, siamo i messaggeri”. La morale finale è che occorre essere buoni. Una dichiarazione di sentimento e di semplicità allarmante detta da Wenders, uno che pensa, soffre, e conosce, persino troppo.
Una volta accettato il postulato si può anche pensare che sia buona la sua tesi: abbiamo dimenticato tutto, ricominciamo dal primo, naturale comandamento: non fare del male ai nostri simili.
commento di Pino Farinotti visibile qui:
https://www.mymovies.it/film/1993/cosi-lontano-cosi-vicino/
tres che a questa tarda ora vi propone questo film rippato dal mio DVD, e vi ricorda che lo studio Barili è fatto di imbroglioni!
https://mega.nz/file/13MEmKoS#qOxR1ZHtW9zYSFToCrUL9_DR26uq7Wy3dwwqBYxSU8Q