El Alamein.La linea di fuoco (Enzo Monteleone, 2002)

Regia di Enzo Monteleone. Con Paolo Briguglia, Pierfrancesco Favino, Emilio Solfrizzi, Silvio Orlando, Giuseppe Cederna, Roberto Citran, Carlo Lombardi, Maria Zanoli, Marco Guglielmi, Matteo Spinola, Gabriele Tinti, Walter Santesso, Livio Lorenzon, Rossana Rory, Evar Maran, Sergio Albelli

Guerra, durata 117 min. – Italia 2002

Un grande film italiano

Nell’ottobre del 1942 l’esercito italiano è bloccato presso El Alamein a un centinaio di chilometri da Alessandria. L’avanzata dell’Asse è stata fermata dalla depressione di El-Qattara, una striscia desertica che si è rivelata insuperabile. La storia segue le vicende di alcuni soldati della divisione Pavia ed è narrata in una sorta di diario, dal soldato Serra, un V.U., volontario universitario, che è partito entusiasta di vedere l’Africa e convinto che la vittoria fosse una formalità. Sappiamo invece che El Alamein fu una disfatta e determinò, con Stalingrado, l’inversione di tendenza della guerra. Seguiamo le vicende quotidiane del tenente Fiore, del sergente Rizzo e di due soldati: il quotidiano, la noia, la mancanza d’acqua e di tutto, la dissenteria, e improvvisamente la battaglia furibonda, i cannoni i carri e gli aerei (degli altri). El Alamein significa sconfitta eroica con gravi perdite inflitte al nemico, con soldati che affrontarono i carri armati con le bottiglie incendiarie. Significa anche divisione Folgore, diventata leggendaria e citata in questo contesto solo casualmente. Al regista non sta a cuore il mito, ma la povera gente portata via da casa per andare nel deserto. Il sergente veneto dice “che mi manca sono i prati dietro casa mia” e lo dice bene, senza banalità e retorica, come lo diceva un contadino veneto. Nel momento dello sbando il gruppo cammina e cammina, non si sa per dove. Poi arrivano gli inglesi, motivati e organizzati. Dopo la battaglia notturna siamo ai giorni nostri, nel cimitero di El Alamein, con migliaia di nomi e di “ignoto” sulle tombe. Per un momento si intravede un uomo di spalle. Probabilmente è Serra, sopravvissuto. Un grande film italiano. Italiano buono per il mondo. Era tempo. Monteleone si è informato per anni e poi ha centrato tutte le misure, della vita in trincea, dei discorsi, del dolore. I reduci che hanno visto il film piangevano, dicevano “era proprio così”. E questo è l’unico avvallo che conta davvero. E anche gli attori: straordinari. Ma c’è di più, ed è incoraggiante: il film è stato finanziato dal Ministero

Recensione di Pino Farinotti: https://www.mymovies.it/film/2002/elalameinlalineadelfuoco/

 

 

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