Regia di Eric Rohmer. Con Clara Bellar, Antoine Basler, Judith Chancel, Serge Renko, Aurore Rauscher, Michael Kraft, Veronika Johansson, Bénédicte Loyen, Mathias Megard
Titolo originale: Les rendez-vous de Paris. Genere Commedia, – Francia, 1995, durata 97 minuti
Uno dei film più pessimisti di Rohmer in cui l’appello a sfuggire alla pressione delle parole e l’invito a riferirsi ai puri fatti divengono più pressanti
“Appuntamento alle sette”. Esther e Horace sono due fidanzati che, a causa dei reciproci impegni, hanno difficoltà a darsi appuntamenti. La ragazza incontra un amico che la corteggia e che insinua che Horace, il tempo per incontrare una giovane donna a un caffè del Beaubourg, riesce a trovarlo. Esther decide così di dare un appuntamento a un ragazzo simpatico che l’ha abbordata al mercato nell’ora e nel luogo in cui il fidanzato dovrebbe incontrarsi con la rivale sconosciuta.
“Le panchine di Parigi”. Lei insegna matematica. Lui insegna lettere. Lei non vuole andare a casa di lui (ha un appartamento in condivisione) e a casa sua c’è il compagno che vorrebbe lasciare. Dalla fine dell’estate alla fine di novembre si danno quindi appuntamento nei parchi della capitale.
“Madre e figlio 1907”. Un giovane pittore accetta di accompagnare una studentessa svedese al Museo Picasso. Dichiara però di non potersi fermare perché i quadri del Maestro finirebbero con l’influenzare il suo lavoro. Nell’uscire viene però attratto da una giovane donna che entra e che decide di seguire. Lei si ferma dinanzi al quadro intitolato come l’episodio.
Con una camera car montata su una Citroën 2 cavalli spinta a mano e con carrelli con macchina da presa montata su una sedia a rotelle Rohmer, dopo Racconto d’inverno e la parentesi vandeana di L’albero, il sindaco e la mediateca, torna nella sua Parigi filmando luoghi la cui attrazione turistica è consolidata e altri meno noti e quasi più ‘intimi’. Rohmer fa insomma il turista nella sua città come i protagonisti del secondo episodio e al contempo sembra fare il turista anche del proprio cinema, attento com’è a riconoscere luoghi e traiettorie ma pronto anche a costruire false piste che conducano a spazi non abituali.
Il caso torna stabilmente in tutti e tre gli episodi con il suo peso ma finisce anche con l’essere prevedibile (e quindi negato). I protagonisti del cinema rohmeriano hanno spesso una presunzione di sincerità interiore che qui invece viene spesso messa in discussione. Il regista si ritrova quasi a materializzare il rapporto di amore-odio che sembra aver sviluppato nei confronti della parola che diviene spesso schermo scuro di una verità ‘altra’ destinata a restare tale per alcuni dei personaggi e per lo stesso spettatore. Siamo di fronte a uno dei film più pessimisti di Rohmer in cui l’appello a sfuggire alla pressione delle parole e l’invito a riferirsi ai puri fatti divengono più pressanti.
Recensione di Giancarlo Zappoli: https://www.mymovies.it/film/1995/incontriaparigi/
Rippato dal DVD di tres
https://mega.nz/file/N9ZFma4J#sPOYqZ-9NjFHNvlS5Vf7xo–PYe0XNQTvQfiBHuhoT4